16 Luglio 2018

Riproduzioni d'arte di Simone Martini nella Siena Medievale

Le riproduzioni d’arte di Simone Martini, l’artista della Siena Medievale, sono un grande classico della pittura toscana. Conosciuto anche come Simone Senese, è un pittore del Trecento noto per essere stato uno degli artisti più influenti del suo tempo: dalla Madonna col Bambino all’angelo annunciante, Martini ha come maestri Duccio di Buoninsegna e come colleghi Sano di Pietro, e Pietro e Ambrogio Lorenzetti. La storia ci insegna che lo stesso si formò con molta probabilità all’interno della bottega di Duccio Di Buoninsegna con il quale ebbe ottimi rapporti per tutta la vita, ma che non lasciò una forte impronta nello stile del Martini sicuramente più concentrato nella cura della plasticità delle figure riprodotte rispetto ai suoi collaboratori e gli altri artisti della Siena medievale. I dipinti di Simone Martini sono tutti di ispirazione religiosa: fin dall’inizio della sua carriera, sbocciata effettivamente intorno ai 22-25 anni, il maestro si concentrò sulla riproduzione della Madonna con bambino, modificandone le caratteristiche e crescendo esponenzialmente dal punto di vista della tecnica. Anche lui, come Giotto, infatti, diede molta importanza alla prospettiva ed al suo uso e si discostò da quelli che erano i messaggi dell’epoca. E’ il realismo immesso in ogni sua opera d’arte che rende il suo discorso artistico diverso da quello degli altri pittori, sebbene maestri come Sano Di Pietro un secolo dopo, Pietro Lorenzetti Ambrogio Lorenzetti come collaboratori e discepoli si avvicinarono molto a quello che era il suo stile: come miniatori tutti conoscevano l’importanza della punzonatura e più di una volta la utilizzarono per dare rilievo a più di un particolare nelle proprie opere.

Le riproduzioni d’arte di Simone Martini, maestro della Siena Medievale

Silvia Salvadori è un’artista contemporanea dotata e preparata: specializzata nel restauro di opere e collaboratrice attiva di molti musei italiani ed internazionali è in grado di dare vita a fini riproduzioni arte di Simone Martini. Una delle opere più interessanti da lei riprodotta è la Madonna con il bambino numero 583.

Si tratta di un dipinto a tempera ed olio su tavola databile intorno al 1305-1310 oggi conservato all’interno della Pinacoteca Nazionale di Siena e tavola centrale di un polittico oggi perduto realizzato per una chiesa. E’ una delle prime opere del maestro e per molti anni fu attribuita a Duccio di Buoninsegna fino a che dopo un restauro non venne studiata approfonditamente e accostata a Martini. E’ lo stile di questo quadro a puntare il dito su una possibile formazione nella bottega di Duccio: è questo che raccontano le vesti dei personaggi, i chiaroscuri, la testa della Madonna a tre quarti e la fisionomia delle persone rappresentate. Ma allo stesso tempo è possibile ritrovare all’interno della tavola segni di originalità, soprattutto nella figura del bambino riprodotto in modo decisamente più accurato rispetto ai canoni dell’epoca. Il particolare nell’opera d’arte di Simone Martini diventa importante e consente di ottenere una riconoscibilità del Bambino Gesù non presente nell’arte di quel tempo.

La Madonna col Bambino: l’arte di Simone Martini nelle riproduzioni della Siena medievale

L’artista, su commissione, riproduce quest’opera con cura ed attenzione, ottenendo risultati incredibili perfetti per arredare qualsiasi parete.

Tra le altre riproduzioni arte di Simone Martini dipinte dalle spettacolari mani di Silvia Salvadori vi è la Madonna Annunciata, dove l’angelo annunciante è contemporaneamente motivo di gioia e di timore nel modo in cui viene riprodotto dall’artista medievale e motivo della creazione di uno dei movimenti lineari pittorici più eleganti della Siena medievale e dell’arte toscana del Trecento in generale.

In questo caso si parla di una tempera su tavola, conservata presso la Galleria degli Uffizi e dipinta dal maestro insieme al cognato Lippo Memmi che realizzò i pannelli laterali per il Duomo di Siena. La Madonna annunciata è considerata uno dei maggiori capolavori dell’arte gotica e quel che colpisce è che sia espressa una grande empatia psicologica all’interno del dipinto Il fondo della tavola, completamente dorato, crea uno spazio ideale chiamato a rappresentare il divino: tutto è dipinto con colori caldi a parte il manto della Vergine che spicca con il suoi blu scuro ed i suoi porpora intensi. Non vi è un chiaroscuro importante riprodotto ma l’illuminazione frontale e parziale da sinistra, creano la giusta ombreggiatura che consente di sostenere una scansione ritmica molto precisa. Il contorno vince sul volume e questo rappresenta un buon cambiamento rispetto alla maggior parte delle opere sacre prodotte in quella particolare epoca medioevale.

Riproduzioni d’arte di Simone Martini, Sano di Pietro, Duccio e Lorenzetti

Silvia Salvadori è specializzata nella riproduzione di arte sacra: tra le opere da lei riprodotte vi sono anche la Madonna col Bambino di Sano di Pietro e di Pietro Lorenzetti. Il primo, pittore del primo rinascimento attivo intorno alla metà del 1400, è stato uno dei maestri del panorama toscano che più hanno lasciato il segno dopo la morte di Simone Martini, sebbene discostandosene in parte.

La Vergine è posta al centro all’interno di una pala circondata dalle vite dei Santi. Il suo sguardo e quello di Gesù Bambino sembrano tristi, quasi a prevedere ciò che il Cristo si troverà ad affrontare nel corso della sua vita. Lo sfondo dorato porta le due figure a spiccare in modo particolare, anche grazie alla scelta dei colori usati, tutt’altro che tenui: l’opera è attualmente esposta a Boston, negli Stati Uniti.

La Madonna con il bambino di Pietro Lorenzetti, parte di un polittico presente nella Chiesa di Santa Maria della Pieve ad Arezzo, è al contrario un un esempio valido di quella che era l’arte senese del Trecento: pur essendo molto scarse le notizie sulla sua vita si è concordi nel pensare che si sia formato, insieme a Simone Martini, all’interno della bottega di Duccio Di Buoninsegna.

In quest’opera d’arte del maestro è possibile notare gli stessi particolari individuabili nella maggior parte dell’attività pittorica matura di Martini: una cura importante per le ombre, il modo in cui le figure della Vergine e del bambino, nonostante lo sfondo dorato che in qualche modo “cancella” parte di quella prospettiva che il pittore impiegava in modo valido in tutte le sue produzioni, riescono a “bucare” la pala presentandosi in una tridimensionalità importante. Le due figure sono vive e tutt’altro che statiche e lo sguardo che si scambiano rende evidente come in questo soggetto religioso si tenti di perseguire un realismo importante, capace di diffondere il messaggio alla base dell’opera. Il naturalismo tipico di Lorenzetti si sposa perfettamente con il soggetto.