16 Luglio 2018

Riproduzioni d'arte di Pietro Lorenzetti nella Siena Medievale

Le riproduzioni d’arte di Pietro Lorenzetti, artista della Siena medievale insieme al fratello Ambrogio, sono un omaggio a colui che fu uno dei maggiori esponenti dell’arte pittorica senese. Non sono moltissime le notizie giunte fino a noi riguardanti la sua vita ma è opinione comune che sia cresciuto artisticamente, come l’amico e collega Simone Martini, all’ombra di Duccio di Buoninsegna e dei suoi insegnamenti. Sono le sue opere a raccontare questa storia, attraverso le linee ed i colori delle sue composizioni. Conosciuto anche con il nome di Pietro Laurati per via di un errore di citazione del grande Giorgio Vasari, il maestro fu molto attivo nei primi anni del Trecento e rimase influenzato in modo particolare da artisti come Giovanni Pisano e Giotto. Insieme al fratello Ambrogio Lorenzetti fu tra i principali introduttori del naturalismo in un contesto come quello dell’arte senese che era caratterizzato principalmente da un’impronta mistica.

Le riproduzioni d’arte di Pietro Lorenzetti, artista della Siena Medievale

Molte delle opere religiose di Lorenzetti si trovano ancora conservate nelle chiese di Siena, Arezzo e Assisi. Per comprendere quanto importante fu la sua arte è necessario pensare alla Siena medievale e quello che era l’approccio all’arte in quegli anni: seppur si fosse ancora lontani dal Rinascimento il mondo e l’arte con lui iniziavano a risvegliarsi da quel sonno della mente tipico del Medioevo, introducendo nuovi concetti e punti di vista.

I dipinti di Pietro Lorenzetti ne sono un esempio molto importante: insieme al fratello contribuì ad inserire all’interno dell’arte senese, e non solo, un nuovo modo di vedere la pittura e di esprimere messaggi attraverso l’uso del pennello.

Tutti dipinti di Pietro Lorenzetti hanno lasciato il segno nel mondo dell’arte ma la sua più grande opera è senza dubbio un affresco a tempera presente nella Basilica inferiore di Assisi in cui dipinse grandi quadri riproducenti la Crocifissione, la Deposizione dalla croce ed il Compianto, dando spazio proprio a quel naturalismo che lo ha reso famoso all’interno dell’arte gotica. E’ importante, per capire quanto questo artista sia rilevante, riconoscere come Giotto e le sue opere furono influenti nel modo in cui il maestro decise poi di esprimere il proprio estro. L’allontanamento da Duccio Di Buoninsegna e dai suoi insegnamenti è un percorso che è possibile visionare man mano con il passare dei decenni e della sua attività. Questo non rappresenta un male, anzi: è il sintomo principale di quel particolare modo di vedere la pittura che renderà l’artista e suo fratello in qualche modo precursori di quello che poi accadrà con il Rinascimento. Pur essendo questi pittori in parte “schiavi” della concezione bizantina riescono in qualche modo a superarla, almeno concettualmente.

Riproduzione de “La madonna col Bambino” di Pietro Lorenzetti

Tra le riproduzioni arte di Pietro Lorenzetti create dalle mani sapienti di Silvia Salvadori vi è quella della Madonna col Bambino, parte di un polittico tutt’ora conservato presso la Chiesa di Santa Maria della Pieve ad Arezzo ed attualmente oggetto di restauro.

Nel complesso l’opera è una delle più importanti del Trecento e una delle poche che è possibile osservare nel suo luogo d’origine pur tenendo da conto i movimenti del polittico all’interno della Chiesa negli ultimi secoli. Fu il vescovo Guido Tarlati di Pietramala a dare l’incarico all’artista senese colpito dalle opere di Pietro Lorenzetti e dal particolare stile da esso impiegato, molti simile a quello di Giotto e Duccio di Buoninsegna e del fratello Ambrogio Lorenzetti.

Il polittico di Arezzo di cui fa parte la Madonna con Bambino non è importante solo perché esempio di pregevole arte gotica medioevale ma anche per l’esistenza del contratto di commissione, giunto fino a noi e datato 17 aprile 1320 che obbligava il maestro a dipingere “belle figure” con colori di alta qualità su fondo d’oro zecchino lasciando la preparazione del supporto ligneo e la scelta del soggetto al committente. Il modo in cui le due figure interagiscono e le loro linee danno piena rappresentazione del naturalismo al quale il pittore era tanto affezionato.

Altrettanto interessante, nello stesso Polittico è l’Annunciazione posta proprio sopra la Madonna con Bambino. L’angelo annunciante è perfettamente inserito nel contesto e nella prospettiva scelta dall’autore.

Le riproduzioni d’arte di Pietro Lorenzetti, e di Duccio, Simone Martini e Sano di Pietro

Tra le riproduzioni arte di Pietro Lorenzetti eseguite dalle mani esperte di Silvia Salvadori vi sono anche la Madonna Annunciata di Simone Martini, quella di Duccio di Buoninsegna e di Sano di Pietro. Diversi approcci artistici a quello che è un comune tema nell’arte sacra del Trecento e del Quattrocento con la necessità, nonostante alcune similitudini, di fare dei distinguo. Mentre infatti Martini, Pietro e Ambrogio Lorenzetti sono maestri del Trecento, Sano di Pietro più che un’artista medievale, essendo nato e operando nel XV secolo è da considerare molto più vicino al rinascimento di quel che si creda.

Stilisticamente la Madonna con bambino di Sano Di Pietro ricorda molto lo stile utilizzato dai suoi colleghi della Siena Medievale ma allo stesso tempo è palese come l’artista se ne distacchi regalando una diversa emozione alla scena riprodotta: in questo caso infatti le figure spiccano particolarmente per la scelta del colore su sfondo dorato proprio come accadeva con l’omonima opera di Duccio di Buoninsegna, ma si elevano agli occhi dello spettatore per la loro espressione triste e carica di quel futuro tragico e salvifico che Gesù Bambino sarà costretto a vivere per espiare i peccati del mondo. Il rimando alla Passione è ben definito e comprensibile anche se si è privi di conoscenza specifica della simbologia del quadro.

Particolarmente importante, tra le opere riprodotte da Silvia Salvadori, è la Madonna Annunciante di Simone Martini. Basta osservare la scena per comprendere come il maestro senese, dipingendo questo soggetto sacro riuscì a trasformare una semplice opere d’arte in uno dei gioielli più apprezzati di tutta l’arte gotica del Trecento. Ancora oggi apprezzata da critici ed appassionati essa porta con se la testimonianza della creazione di uno dei movimenti lineari pittorici più eleganti della Siena medievale e dell’arte toscana del Trecento.

Nello specifico il dipinto è una tempera su tavola attualmente conservata presso la Galleria degli Uffizi e dipinta dal Martini insieme al cognato Lippo Memmi che realizzò i pannelli laterali per il Duomo di Siena. E’ l’empatia psicologica presente all’interno del dipinto a portare il messaggio alla base dell’opera a spiccare in modo particolare, insieme all’uso di una simbologia e di una prospettiva impeccabile.