Madonna di Crevole
Madonna di Crevole di Duccio di Buoninsegna. Copia d’autore di Silvia Salvadori.
Icona sacra realizzata con tempera e oro zecchino su tavola. Opera eseguita con le antiche tecniche pittoriche della scuola senese del XV sec.
Misure: 32 x 44 cm
Categorie: Medioevo senese
Descrizione
Icona sacra tempera oro. Riproduzione d'arte da Duccio di Buoninsegna (dipinto di Silvia Salvadori - Bottega d'Arte di Silvia Salvadori - Arezzo). Opera eseguita con le antiche tecniche pittoriche della scuola senese del XIV sec. Icona della Madonna con Bambino (copia d'autore della Madonna di Crevole da Duccio di Buoninsegna, Siena) dipinta a tempera e oro zecchino su tavola antica secondo le antiche ricette della scuola senese. Riproduzione d'arte della Madonna di Crevole di Duccio di Buoninsegna. La tavola proviene dalla chiesa di Santa Cecilia a Crevole; sulla base di una serie di indizi, si pensa che la tavola sia stata eseguita per la chiesa di Montepescini e poi passata all'eremo agostiniano di Montespecchio. Questo capolavoro giovanile di Duccio di Buoninsegna va considerato a confronto con la Madonna di Castelfiorentino di Cimabue. Data la forte affinità iconografica, è molto probabile che le Madonne di Crevole e di Castelfiorentino siano state eseguite in tempi molto ravvicinati, quasi in gara l'una con l'altra. La prima infatti, è opera di un Duccio di Buoninsegna molto vicino a Cimabue, mentre la seconda ci mostra un Cimabue addolcito, in seguito al rapporto coinvolgente, col giovane Duccio di Buoninsegna. C'è nella Madonna di Crevole, una perfezione nel disegno, di composizione e di espressione che ne fanno un mirabile capolavoro. I grandi occhi mesti guardano intensamente lo spettatore, invitando a meditare sul tragico destino del proprio figlio. L'esecuzione è di una finezza tale che quasi non si vedono i sottili filamenti paralleli che, secondo una elaborazione artigianale risalente proprio a Cimabue, modulano il chiaroscuro. La rosea carnosità del Bambino viene esaltata dalla leggerissima veste che lo vela e che, insieme al suo piccolo mantello, ottiene dei risultati di una mobile e quasi liquida trasparenza, di una finezza inusitata. Una delle novità di Cimabue rispetto alla tradizione pittorica bizantina era la grande cura esecutiva; ma Duccio di Buoninsegna va oltre, verso una raffinatezza cui nemmeno il grande pittore fiorentino era mai arrivato. Nell'opera di Duccio di Buoninsegna è tutto attutito e come interiorizzato. Dall'arcano ammanto, dai grandi occhi mesti di Maria, si sprigionano una solennità e un' intensa dolcezza patetica.
Autore: Siena, Museo dell'Opera del Duomo - riproduzione d'arte da Duccio di Buoninsegna
Misure: 32 x 44 cm
Tecnica: dipinto su fondo oro. Oro zecchino 23 k. Tempera all'uovo, pigmenti pregiati. Tavola di legno antico. Utilizzo della stessa tecnica pittorica originale in uso nel XIV sec.