Madonna dell'umiltà

Madonna dell’Umiltà di Gentile da Fabriano. Copia d’autore di Silvia Salvadori.

Icona sacra realizzata con tempera e foglia d’oro su legno. Opera eseguita con le antiche tecniche pittoriche della scuola senese del XV sec.
Misure: 26,5 x 22 cm

Categorie: Rinascimento

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Descrizione

Icona dipinta a mano tratta da Gentile da Fabriano. Dipinto di Silvia Salvadori. Riproduzione di dipinti di scuola senese del '300 e '400 realizzata con la tecnica originale : Tempera su tavola dorata a foglia oro zecchino - 23 k -. OPERA TRATTA DA GENTILE DA FABRIANO. Icona Madonna col Bambino su fondo oro - lamina oro zecchino.Copia d'autore unica della Madonna dell'Umiltà. Icona della Madonna con Bambino (Riproduzione d'arte da Gentile da Fabriano - Silvia Salvadori) dipinta a tempera e oro zecchino su tavola antica secondo le antiche ricette della scuola senese. icona sacra dipinta a mano. Incisioni e decorazioni eseguite su oro zecchino. Riproduzione d'arte da Gentile da Fabriano, Madonna dell'Umiltà. Icona riproduzione d'Arte.   La Madonna dell'Umiltà è un dipinto tempera su tavola (56x41 cm) di Gentile da Fabriano, databile al 1420-1423 circa e conservata nel Museo nazionale di San Matteo a Pisa. L'opera di Gentile da Fabriano proviene dalla pisana Pia Casa della Misericordia, dove venne prelevata nel XIX secolo per essere musealizzata. Non sono chiare le circostanze della commissione della tavoletta, che per le sue dimensioni doveva essere destinata alla devozione privata. Forse potrebbe essere stata richiesta da Alemanno Adimari, cardinale di origine fiorentina e arcivescovo di Pisa, che si fece decorare il sepolcro nella chiesa romana di Santa Maria Nova proprio da Gentile da Fabriano in quegli anni (opera perduta citata da Giorgio Vasari).La Madonna dell'Umiltà di Gentile da Fabriano, cioè seduta in terra su un cuscino, era un tema molto caro alla pittura del primo XV secolo. La Vergine Maria è raffigurata in adorazione del figlio che tiene sulle ginocchia, su un preziosissimo drappo dorato, finemente decorato. Corrispondenze stilistiche e tecniche, come la raffinata lavorazione dell'oro nello sfondo e nei tessuti, rimanda al periodo fiorentino dell'artista, pienamente confrontabile con la Pala Strozzi (1423), mentre la posa del Bambino ricalca un'altra opera di quegli anni, l'Adorazione del Bambino del Getty Center.   Sul tema l'artista si era già cimentato almeno in una tavola al Getty Museum di Los Angeles databile al 1420-1421 circa, dove però la Vergine Maria è pienamente frontale. Nella tavola di Pisa invece la Vergine Maria è disposta quasi di profilo ed emana una maggiore intimità e un più forte raccoglimento nel gruppo sacro. Il Bambino sembra quasi sorridere alla madre ed ha un gesto fanciullesco di afferrarle l'orlo dorato del vestino mentre sgambetta. Tipico dell'artista è il trattamento morbidissimo degli incarnati. La sontuosità dell'oro, mischiato a lacche rosse, fa passare in secondo piano gli accenni alla profondità del cuscino e della tenda di sfondo. Lungo il bordo del manto della Vergine Maria corre l'iscrizione "AVE M[A]T[ER] DIEGNA [D]EI". Sull'orlo del panno dov'è disteso Gesù compaiono invece caratteri arabi, che sono stati letti come il versetto del Corano che recita "Non c'è altro Dio al di fuori di Allah" (لا إله إلا الله - Lā ilāha illa Allāh). La presenza di una tale iscrizione non è stata chiarita, forse si tratta di una copia da un testo senza saperne il significato, per dare un tocco di esotismo alla rappresentazione. Tempera e oro zecchino, colori identici alla tavola originale dipinta da Gentile da Fabriano. Tempera su fondo oro zecchino.
Autore: Riproduzione d'arte da Gentile da Fabriano
Misure: 26,5 x 22 cm
Tecnica: Tempera e oro zecchino su tavola antica, lamina oro zecchino inciso

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