6 febbraio 2011

da La Nazione - L’arte del Trecento ricreata nella "bottega" di Silvia Salvadori

I concetti di vecchio e nuovo sono spesso citati in termini antitetici e a volte è realmente difficile conciliare questi due modi di vivere e interpretare la realtà. Quando, però, si riesce a trovare il giusto connubio tra il passato e il presente, il risultato è l’armonia.

È questo il caso di Silvia Salvadori, studiosa, alchimista, pittrice, in una parola : artista.

Nella sua Bottega d’Arte di via Bicchieraia Silvia rielabora i lavori dal Trecento al primo Rinascimento, usando le tecniche pittoriche dell’epoca. Non è un lavoro da falsari, come spiega lei stessa :

 

<<Il falsario tende a manipolare il pigmento, la doratura e, in genere, la materia che compone un quadro. Lui invecchia, crea l’effetto di un deterioramento artificiale su un’opera. Io studio da anni la storia delle tecniche pittoriche descritte negli antichi trattati d’arte scritti a cavallo tra il 1300-1400, in particolare quello di Cennino Cennini. La mia idea è stata proprio riprendere questo antico trattato dell’arte, di cui parla anche Vasari, che cercò di carpirne alcuni segreti, in particolare per quanto riguarda la
doratura. La mia ricerca consiste nell’andare sul dettaglio dell’Opera da ricostruire, provare a ricreare le stesse pennellate, usando gli stessi materiali >>.

Infatti, i lavori di Silvia Salvadori sono realizzati conTempera, tuorlo d’uovo, oro in polvere e in foglia, lapislazzuli.

 

<<Non si tratta soltanto di applicare delle tecniche – spiega – per poter svolgere questo tipo di lavoro è necessario un grande spirito di osservazione. Poi c’è il fattore intrinseco, cioè una predisposizione innata verso L’arte e il bello >>.

 

Va da sé che le opere realizzate nella Bottega d’Arte sono destinate a un pubblico di esperti o appassionati.

 

di Dory d'Anzeo